Visti i precedenti negli altri paesi in cui ha allenato, José Mourinho ogni volta che rilascia un’intervista, o fa un intervento nel dopo partita, riesce sempre a stupire i suoi interlocutori (in particolare i giornalisti, che ci sguazzano), con frasi e dichiarazioni sempre ‘pepate’ e mai banali.
Già dalla sua presentazione (3 giugno 2008), si era capito che lo “Special One” è un tipo tosto: in un perfetto italiano dichiarò “ma io non sono un pirla!”.
Proprio perchè ogni sua frase non è mai scontata e spesso non proprio politically correct, ho pensato di raccogliere in questo articolo, le frasi più taglienti e divertenti del nuovo allenatore dell’Inter.
Se persino Cairo Editore ha appena pubblicato un libro dal titolo “Mourinho-Pensieri e parole di un allenatore molto speciale”, a cura di John Amhurst (edizione italiana aggiornata a cura di Giancarlo Padovan), mi par di capire che l’attenzione e l’interesse nei confronti di Mourinho sia evidente.
Avevo pensato di fare altrettanto con Lotito, altro personaggio che ogni volta che apre bocca ci regala autentiche perle di saggezza, ma vista la frequenza con cui rilascia dichiarazioni l’allenatore portoghese e soprattutto le risposte e le reazione che ne conseguono, credo valga proprio la pena concentrarsi su Mourinho.
Ecco le migliori perle di Jose Mourinho:
(AGGIORNATO IL 03/06/2009)
Visto il successo del personaggio e delle sue frasi, abbiamo creato le SUONERIE DI MOURINHO IN MP3 !
30/05/2009 – (RINNOVO DEL SUO CONTRATTO) – “Anche senza il rinnovo del contratto, la mia filosofia non sarebbe cambiata. Ma l’atteggiamento della società mi è piaciuto”, dice Mourinho. “Io potevo liberarmi dal mio contratto in un modo molto semplice. Se non l’ho fatto, vuol dire che non volevo. Se la societá ha agito così, la pensa nello stesso modo”, aggiunge. Le voci relative alla panchina Real Madrid fanno parte del passato: “Questa storia è finita”.
(SI FA LA PAGELLA) – “Che voto mi darei? Otto. Sette e mezzo o otto”. Josè Mourinho si regala un giudizio ampiamente positivo dopo la prima stagione sulla panchina dell’Inter. “La cosa migliore quest’anno è stata vincere il campionato. La peggiore è stata la sconfitta a Manchester e l’eliminazione dalla Champions League, anche se non è stato un dramma. La squadra è tornata in Italia, ha continuato a vincere ed è arrivata al titolo”.
“Ho capito che i tifosi sono innamorati dell’Inter, anche se fischiano quando la squadra prima in classifica pareggia”, dice l’allenatore portoghese. Lo scudetto è arrivato giá da un paio di settimane: “Siamo stati sempre davanti, non abbiamo mai avuto paura anche se nel calcio non può mai dare nulla per scontato”, dice il portoghese.
30/04/2009 – (RISPOSTE AI MILANISTI PER LA LORO RIMONTA) – La rimonta del Milan è “teoria”. Il tecnico dell’Inter risponde punto per punto agli spunti del derby a distanza: “Dicono che senza il gol di Adriano… Beh, senza tante cose il campionato poteva avere numeri diversi – dice -. Allenatori che sbagliano, come i giocatori e gli arbitri. E poi gli infortuni. Si deve parlare di tutto, e non solo di quel che conviene. Non voglio utilizzare il tipo di vocaboli di qualche mese fa, quando pensai ad un certo punto che la bomba atomica stesse cadendo sull’Italia… Ma devono dire anche quanti punti hanno preso con rigori non regolari. Che quel derby poteva anche finire 3 o 4-0 se il Milan avesse finito la partita in dieci. Devono dire che vinsero il primo derby con un gol in fuorigioco. Hanno avuto quasi un rigore a partita. Se parlo devo parlare di tante cose, e non ne vale la pena. Alla fine vince sempre il migliore, se è un campionato regolare con errori umani. E dobbiamo solo aspettare un po’. Manca poco“.
(CONTRO AMBROSINI E IL SUO STRISCIONE) – Ambrosini ha detto che dovrebbe pentirsi del suo “zero titoli”. E Mou si scatena: “Se sbaglio e se il Milan arriva alla fine del campionato con un titolo chiederò scusa. Ma io ricordo molto bene Ambrosini che insultava 10 milioni di interisti, sono passati tanti anni e non l’ho visto chiedere scusa” (per la festa Champions del 2007 mostrò dal pullman scoperto uno striscione offensivo). Ma Mourinho non ricorda e continua: “È un giocatore carismatico, importante per il Milan, e non l’ho mai visto chiedere scusa. Resta nella mia memoria quando lo fece Eto’o e si scusò con i tifosi del Real, fu uomo. Ambrosini vive a Milano e non l’ha mai fatto. Non ha grande autorità morale per parlare così. Ma se il Milan vince il campionato, che è un’ipotesi teorica e pratica (la matematica ancora lo permette) sarò il primo a fare i complimenti ai miei avversari. L’ho fatto quando ho perso in Inghilterra, quando vinse il Manchester”.
(SULLA DATA DEL 5 MAGGIO) – Quando gli chiedono della data maledetta per ogni interista, e della vicina sfida con la Lazio che portò via lo scudetto ai nerazzurri, il portoghese cancella tutto: “Io mi ricordo il 1° maggio, il 25 aprile che per noi portoghesi ha un altro significato rispetto a voi, mi ricordo il 25 dicembre, il 26 gennaio, il 4 novembre, il 2 febbraio. Il 5 maggio non è niente. Non capisco, non sono esperto in date. L’Inter se deve ricordare qualche data, ha quelle dei 16 scudetti che ha vinto. Il 18 maggio è più importante per il 5 maggio, quello sarà importante per la Juve, caso mai. Io ricordo le persone che ho perso nella mia vita, ma non mi ricordo quando le ho perse, voglio ricordare solo le cose belle. E così deve fare l’Inter. Ricorderò per sempre il giorno che vinceremo questo scudetto”.
22/04/2009 – (INTERVISTA PRIMA DI INTER-SAMP COPPA ITALIA) – Mou ipotizza gli scenari: “La Samp dice che ha il 51% di possibilità di andare in finale? Parlano in modo difensivo, come quando l’Inter dice che per lo scudetto bisogna aspettare la matematica. Se loro segnano un gol, non mi sembra che ne possano prendere cinque. Se segnano, è finita. Se noi andiamo in gol prima di loro, non necessariamente all’inizio, la partita diventerà calda da un punto di vista calcistico. Ora vogliamo arrivare in finale di Coppa Italia, questo è lo stimolo. L’obiettivo principale è lo scudetto, nessuno lo cambierebbe con la Coppa Italia”. Ma l’Inter non snobba la competizione: “Domani schiero una squadra forte. Giocano Ibra e Julio Cesar”.
(PENSIERI SUGLI ALLENATORI NEL CALCIO ITALIANO) – Il tecnico portoghese disquisisce poi della realtà calcistica italiana. “Per uno straniero come me, allenare in Italia è una grande esperienza. Se arriva questo titolo, questa grande esperienza diventa anche qualcosa di molto importante a livello di carriera. Non sono tanti gli allenatori stranieri ad aver vinto lo scudetto e sono pochi quelli che lo hanno fatto al primo anno. Un tecnico può essere amato o odiato, ma alla fine conta il risultato. Gli allenatori italiani sono abituati a questo ambiente, non soffrono per la mentalità. Ma tutti devono essere consapevoli che il 50% della categoria non lavora fino alla fine della stagione. Il 75%, tra cambi a metà anno e alla fine del campionato, non lavorano a lungo termine”. Insomma, la precarietà è evidente: “La vita qui non è facile – sostiene -. Per questo dico che gli allenatori italiani sono bravi dal punto di vista tecnico e sono abili a gestire questa pressione”.
(DOPO I CORI CONTRO BALOTELLI IN JUVE-INTER) – Inevitabile tornare a parlare dei cori contro Balotelli a Torino e della decisione del giudice sportivo di chiudere l’Olimpico ai tifosi per una giornata. Per Mourinho ciò che è accaduto “non è razzismo, ma solo un modo ignorante di dimostrare dissenso per un avversario antipatico perché ti fa gol. Se posso dire qualcosa in difesa della Juve è che quella di sabato non è stata la prima volta. È successo in tanti stadi e anche in casa nostra“. Mourinho, in ogni caso, rifiuta l’idea che l’Italia sia un paese razzista: “Non lo è, e non lo è neanche il calcio italiano”.
ALTRE CHICCHE DI MOURINHO TI ASPETTANO ALLA PAGINA SEGUENTE!