Shosholoza: l’inno e la storia del team sudafricano

Team Shosholoza è un team velico sudafricano partecipante alla 32-esima Coppa America che si svolge a Valencia. Il suo proprietario è il capitano Salvatore Sarno.

base shosholoza

Shosholoza è il primo team a rappresentare l’Africa: infatti la sua bandiera è quella della Repubblica Sudafricana. È la prima volta che un team africano prende parte alla America’s Cup; i suoi risultati finora sono stati più che discreti se si pensa che esso è un team emergente.
Il capitano Salvatore Sarno è italiano, originario di Nocera Inferiore, e la barca è per più della metà guidata da italiani. Al contrario di quanto si possa pensare, lo scafo dell’imbarcazione è frutto di un’accurato studio di ingegneri nautici di Napoli, e non è invece l’acquisto da un vecchio scafo di un’altro team. L’imbarcazione di Shosholoza ha vinto nel 2006 il premio per miglior dipinto della barca, il disegno rappresenta una strana onda multicolore ed è proprio ciò che un anziano saggio di un piccolo villaggio del Sudafrica ha mostrato al capitano italiano. Il disegno, proprio grazie ai colori accesi e particolari, ha sconfitto le grafiche dei migliori designer ingaggiati dai potenti team quali Alinghi, team New Zealand oppure Oracle.
Shosholoza è un brano musicale tradizionale sudafricano, originario della RhodesiaIl titolo è una parola zulu che significa “andare avanti” o “fare spazio al prossimo”, e allo stesso tempo ricorda onomatopeicamente il fischio del treno a vapore, di cui parlano le parole del brano. Originariamente, Shosholozo veniva cantato dai lavoratori della Rhodesia che si recavano in treno nel Transvaal per lavorare nelle miniere; oggi il testo esiste in numerose varianti, e in generale fa riferimento al Sudafrica anziché alla Rhodesia (una versione tipica potrebbe essere: Muoviti veloce / su quelle montagne / treno del Sudafrica).

Il brano divenne molto noto all’estero nel 1995, quando la nazionale sudafricana vinse la Rugby World Cup. Da allora, Shosholoza è diventato uno dei brani più usati in Sudafrica nelle cerimonie sportive. Dal brano ha anche preso nome il team velico sudafricano che ha partecipato all’America’s Cup.

Tradizionalmente, Shosholoza viene cantato da gruppi di soli uomini che si alternano secondo uno schema call and response (“chiamata e risposta”). Molti artisti contemporanei hanno interpretato questo brano tradizionale: tra gli altri, Ladysmith Black Mambazo, PJ Powers, Helmut Lotti, The Glue e Peter Gabriel.

https://soundcloud.com/fiuh/helmut-lotti-shosholoza

Oggi dopo aver visto un documentario sulla storia del team velico di Salvatore Sarno, nei titoli di coda, mi sono rimaste impresse le parole del primo arcivescovo anglicano nero del Sudafrica (non particolarmente amato dalla chiesa), Demond Tutu, vincitore del premio Nobel per la pace nel 1984:

«Sono arrivati. Loro avevano la bibbia e noi la terra. Ci hanno detto di chiudere gli occhi e pregare. Lo abbiamo fatto e quando li abbiamo riaperti, loro avevano la terra e noi la bibbia in mano».

(wikipedia.org)