Con buona pace di un latitante Milan K, okkupo questo spazio del nostro sito per tornare a parlare un po’ di politica.
Lo faccio perché domenica si vota, ma soprattutto perché mi è capitato di (ri)leggere, in un’email che mi è appena arrivata, un discorso che ebbi modo di ascoltare per radio qualche tempo fa e che mi piace riproporre ai visitatori di questo sito.
Archiviato il governo Prodi, pare che nei prossimi tempi sulla questione dell’immigrazione dovrebbe tornare a legiferare un ministro dalle opinioni un po’ diverse da quelle dei vari D’Alema, Amato, Ferrero & Compagni.
E allora leggiamoci questo interessante testo, che nell’email che sta circolando in questi giorni viene attribuito all’ex Ministro australiano Peter Costello.
IMMIGRANTS, NOT AUSTRALIANS, MUST ADAPT.
Take It Or Leave It.
I am tired of this nation worrying about whether we are offending some individual or their culture. Since the terrorist attacks on Bali, we have experienced a surge in patriotism by the majority of Australians.
However, the dust from the attacks had barely settled when the ‘politically correct’ crowd began complaining about the possibility that our patriotism was offending others.
I am not against immigration, nor do I hold a grudge against anyone who is seeking a better life by coming to Australia. However, there are a few things that those who have recently come to our country, and apparently some born here, need to understand. This idea of Australia being a multicultural community has served only to dilute our sovereignty and our national identity. As Australians, we have our own culture, our own society, our own language and our own lifestyle.
This culture has been developed over two centuries of struggles, trials and victories by millions of men and women who have sought freedom. We speak mainly ENGLISH, not Spanish, Lebanese, Arabic, Chinese, Japanese, Russian, or any other language. Therefore, if you wish to become part of our society, Learn the language!
Most Australians believe in God. This is not some Christian, right wing, political push, but a fact, because Christian men and women, on Christian principles, founded this nation, and this is clearly documented. It is certainly appropriate to display it on the walls of our schools. If God offends you, then I suggest you consider another part of the world as your new home, because God is part of our culture. We will accept your beliefs, and will not question why. All we ask is that you accept ours, and live in harmony and peaceful enjoyment with us.
If the Southern Cross offends you, or you don’t like ‘A Fair Go’, then you should seriously consider a move to another part of this planet. We are happy with our culture and have no desire to change, and we really don’t care how you did things where you came from.
By all means, keep your culture, but do not force it on others. This is OUR COUNTRY, OUR LAND, and OUR LIFESTYLE, and we will allow you every opportunity to enjoy all this. But once you are done complaining, whining, and griping about Our Flag, Our Pledge, Our Christian beliefs, or Our Way of Life, I highly encourage you take advantage of one other great Australian freedom, ‘THE RIGHT TO LEAVE’.
If you aren’t happy here then LEAVE. We didn’t force you to come here. You asked to be here. So accept the country YOU accepted.
Traduzione:
Gli immigrati si devono adattare, non gli australiani.
Prendere o lasciare.
Sono stanco del fatto che questa nazione si preoccupi di non offendere alcuni individui o le loro culture. Dopo gli attacchi terroristici di Bali, abbiamo riscontrato un’impennata di patriottismo nella maggioranza degli Australiani. E invece, appena la polvere degli attacchi si è posata, il popolo del ‘politically correct’ ha ricominciato a lamentarsi del fatto che il nostro patriottismo potesse essere offensivo per altri.
Io non sono contrario all´immigrazione e non ho niente contro coloro che cercano una vita migliore venendo in Australia. Tuttavia ci sono questioni che coloro che recentemente sono arrivati nel nostro paese e, a quanto sembra, anche qualcuno dei nostri concittadini nati qui, devono capire. L´idea che l´Australia deve essere una comunità multiculturale è servita soltanto a dissolvere la nostra sovranità ed il sentimento di identità nazionale. Come australiani, abbiamo la nostra cultura, la nostra società, la nostra lingua ed il nostro modo di vivere.
Questa cultura è nata e cresciuta durante più di due secoli di lotte, processi e vittorie da parte dei milioni di uomini e donneche hanno cercato la libertà di questo paese. Noi parliamo l´inglese, non il libanese, l´arabo, il cinese, il giapponese, il russo o qualsiasi altra lingua. Perciò, se desiderate far parte della nostra società, imparate la lingua!
La maggioranza degli australiani crede in Dio. Non si tratta soltanto di un affare privato di qualche cristiano fondamentalista di destra, ma vi è un dato di fatto certo ed incontrovertibile: uomini e donne cristiani hanno fondato questa nazione su principi cristiani, ed è chiaramente documentato nella nostra storia e dovrebbe essere scritto sui muri delle nostre scuole. Se il nostro Dio vi offende, allora vi consiglio di prendere in considerazione la decisione di scegliere un’altra parte del mondo per mettere su casa, perché Dio è parte della nostra cultura. Accetteremo le vostre opinioni religiose, e non vi faremo domande, però daremo per scontato che anche voi accettiate le nostre e cercherete di vivere in pace ed armonia con noi.
Se la Croce del Sud (la bandiera australiana, NdT) vi offende, o se non vi piace il nostro modo di fare, allora dovrete pensare seriamente di andarvene da qualche altra parte. Siamo orgogliosi della nostra cultura e non pensiamo minimamente di cambiarla, e non ci interessa sapere a quali usi e costumi foste abituati nel vostro paese di origine.
Cercate di capire che potete praticare la vostra cultura, ma non dovete assolutamente obbligare gli altri a farlo. Questo è il nostro paese, la nostra terra, il nostro modo di vivere vi offriamo la possibilità di viverci al meglio. Ma se voi cominciate a lamentarvi, a piagnucolare, e non accettate la nostra bandiera, il nostro giuramento, i nostri impegni, le nostre credenze cristiane, o il nostro modo di vivere, vi dico con la massima franchezza che potete far uso di questa nostra grande libertà di cui godiamo in Australia: il diritto di andarvene.
Se non siete felici qui, allora andatevene. Nessuno vi ha obbligato a venire nel nostro paese. Voi avete chiesto di vivere qui: ed allora accettate il paese che avete scelto.
Il discorso – dicevo – nell’email e su diversi blog italiani e stranieri (qui ) viene attribuito al Ministro australiano Peter Costello. Mi sono informato: Costello è effettivamente stato vicepresidente del Liberal Party e Ministro del Tesoro australiano nelle quattro legislature guidate da John Howard, dal 1996 al 2007.
Altre fonti (qui ) suggeriscono che a pronunciare queste parole sia stato lo stesso Howard.
Su alcuni siti americani del genere “antibufala” (qui e qui ) si sostiene però che un testo molto simile sia stato scritto pochi mesi dopo gli attacchi dell’11 settembre da un tal Barry Loudermilk, veterano dell’aviazione USA. Negli archivi del Web ho in effetti trovato quella che potrebbe essere la fonte originale, ovvero l’articolo di Loudermilk.
Poco importa: non voglio rubare il mestiere al mitico Attivissimo, il vero specialista dell’indagine antibufala . Se qualcuno ne sa di più si rivolga direttamente a lui, in quanto gli sto per proporre di occuparsi di questo caso.
Io qui concludo, limitandomi ad osservare che non sarebbe male se qualcuno stampasse molte copie del discorso di Costello / Howard / Loudermilk per poi spedirle alla Farnesina, al Viminale e a Palazzo Chigi.