Un film di Federico Moccia. Con Raoul Bova, Michela Quattrociocche, Veronica Logan, Luca Angeletti, Ignazio Oliva, Francesco Apolloni, Davide Rossi, Luca Ward, Pino Quartullo, Cecilia Dazzi. Genere Drammatico, colore 105 minuti. – Produzione Italia 2008.
Alex (Raoul Bova) non si dà pace da quando è stato lasciato dalla fidanzata. L’incontro con Niki (Michela Quattrociocche), però, gli cambierà la vita. Peccato che lei sia più giovane di lui di vent’anni, frequenti l’ultimo anno di liceo e viva ancora con i genitori.
Federico Moccia sa come arrivare ai cuori delle sue lettrici. Merito di una penna agile con la quale esplora il loro universo regalando sogni che nella vita reale, probabilmente, non vedranno avverarsi mai. Forte di uno zoccolo duro di fedelissime fan, lo scrittore giovanilistico più produttivo d’Italia (c’è chi afferma che scriva anche nei momenti più intimi della quotidianità casalinga) decide di passare dietro la macchina da presa per dare vita ai personaggi letterari di Scusa ma ti chiamo amore. Una mossa furba e azzeccata, fosse anche solo per la scelta del protagonista maschile che sa come far vibrare le corde emotive delle donne di tutte le età.
Se a Scamarcio, nelle prime due trasposizioni dei suoi bestseller, era toccato il ruolo del ragazzo ribelle da salvare, Raul Bova rappresenta il sogno proibito di molte giovani: l’uomo adulto da sedurre. Nell’offrire alle sue lettrici una nuova favola rosa Moccia prende spunto dai suoi precedenti scritti (citandosi, nemmeno fosse Quentin Tarantino) per inventarsi una città che è vera solo in parte. Questa è la Roma rimasta orfana delle ragazze di “Non è la Rai”, dei lucchetti di Ponte Milvio sigillati da una promessa d’amore, dei «tre metri sopra il cielo» scritti sui muri. È la Roma bene dei quartieri alti, di chi fa jogging a Villa Borghese, vive in attici e superattici, pranza a champagne e paga investigatori privati 1500 euro (solo di acconto).
In questa città fantastica, dove apparentemente nessuno lavora ma tutti sono impaccati di soldi, gli adulti hanno relazioni noiose, tradiscono le proprie mogli, lasciano i fidanzati cornuti. In un contesto così avvilente non è strano che Moccia abbia deciso di volgere il suo sguardo sulla condizione sentimentale delle ragazzine trovando la via più facile per far rimare «cuore» e «amore». E di fatto l’amore del titolo ricorre lungo tutto il film. Estrapolato dalla letteratura alta (Neruda, de Musset, Shakespeare, de Balzac, persino Walt Whitman è stato scomodato) è reso banale quanto i versi incartati nei cioccolatini. Banale è la sceneggiatura, banale la regia, banale la scelta della voce narrante – per quanto sia di Luca Ward, una delle migliori voci del cinema doppiato.
Con Scusa ma ti chiamo amore Federico Moccia si riconfermerà padrino di una generazione di giovanissime che coroneranno i loro sogni (proibiti) almeno fino a quando non si affacceranno sulla vita reale, quella che scorre fuori dagli schermi e dalle pagine dei romanzi. (Tirza Bonifazi Tognazzi)
Chi mi conosce, sa, che mai volutamente sarei andato al cinema a vedere un film del genere. Quella sera, per una serie di coincidenze astrali è capitato! Comunque, sarà perchè Raoul Bova (più acclamato sicuramente per la sua prestanza fisica che per la recitazione…) interpreta una parte a tratti divertente, sarà che Michela Quattrociocche è veramente carina (acqua e sapone), il film scorre leggero verso la fine. Pazienza se dal primo minuto si sa come finirà la storia, se gli stereotipi dell’amore ci sono tutti, e se il regista-scrittore utilizza frasi d’autore scritte nel cielo… il film è una ‘fiaba’ tratta da un libro di Moccia, non c’è da aggiungere nulla di più!
Voto: 6+
Intervista a Michela Quattrociocche
Luogo comune vuole che quando gli anni di differenza che si intromettono in un amore superano la ventina, la storia sia impossibile. Michela Quattrociocche, protagonista con Raoul Bova di “Scusa ma ti chiamo amore” ha 18 anni e odia gli stereotipi. Sul set fa perdere la testa al collega (pubblicitario 37enne) e alla passione senza età crede davvero: “L’amore vince su ogni cosa” dice, e poi racconta del suo, quello reale…
“Scusa ma ti chiamo amore” è tratto dal romanzo di Federico Moccia (al terzo successo in libreria dopo “Tre metri sopra il cielo” ed “Ho voglia di te”) che in questa occasione ha voluto anche occuparsi della regia. Racconta la storia, contestatissima alla presentazione, di Alex (Raoul Bova) è un “ragazzo” di quasi trentasette anni lasciatosi da poco, e senza un vero perché, con la sua fidanzata storica, e Niki (Michela Quattrociocche) bellissima moretta all’ultimo anno di scuola. Il mondo adulto incontra quello dei ragazzini, fatto di sogni, divertimenti e passione, e, come spesso accade, perde la testa.
A Michela Quattrociocche, esordiente e neofita nel mondo della recitazione, il compito, “piacevole a dire il vero” di far innamorare Bova. Sul set ha 17 anni, nella realtà uno solo di più. La biografia recita che in passato ha fatto la modella.
Dalla moda al cinema: come è avvenuto il salto?
Veramente non sono mai stata modella, ho solo posato per qualche servizio fotografico su giornali per ragazzi. Non ho il fisico e sono bassina per sfilare!
Perché Federico Moccia ha voluto proprio te per la parte?
Cercava una ragazza acqua e sapone e, senza che io lo sapessi, mamma ha mandato le mie foto ai casting. Non ero contraria a recitare, ma siccome era l’anno della maturità pensavo solo a studiare. Ho fatto i provini mentre mi interrogavano per l’esame!
Ti è mai capitato di avere una relazione con un uomo molto più grande di te? No, ho sempre avuto partner più o meno della mia età, ma non escludo che possa accadere in futuro. Mai dire mai nella vita! Io credo che l’amore, quando c’è, vince su tutto e supera differenze economiche e di età. “Scusa ma ti chiamo amore” non è una storia sporca, ma il racconto di un sentimento onesto e sincero.
Dicono che, nella vita, tu sia fidanzata con un quasi coetaneo, Matteo Branciamore (protagonista de “I cesaroni”)…
E’ vero, ci frequentiamo da sei o sette mesi. Ma la prego, non me ne faccia parlare, la cosa mi imbarazza.
Torniamo a Bova. Nessuna scena di sesso con lui nel film? Neanche una, non siamo mai stati neanche nudi! Se me l’avessero proposto non avrei accettato.
Però lui ha detto che è stato molto imbarazzante baciare una ragazza con la metà dei suoi anni…
Lo è stato anche per me, ma Raoul è un bravissimo attore oltre ad essere un sex symbol e giuro che sul set mi sono concentrata soprattutto su questo.
E’ sempre così compita?
Ho solo 18 anni, sono una ragazza riservata e timidissima. Lo sono talmente che mi vergogno anche a farmi vedere in costume
Ma non c’è un po’ di voglia di apparire in chi fa questo lavoro?
Davvero non l’ho mai avuta; io spero solo di fare bene il mio lavoro, di studiare (al momento dizione e recitazione) e di iscrivermi all’università (scienze delle comunicazione).
Antonella Zugna (www.tgcom.mediaset.it)
Frasi del film
Niki
L’amore più bello è un calcolo sbagliato, un’eccezione che conferma la regola, quella cosa per cui avevi usato la parola mai…
Voce narrante
L’amore è come un fantasma: tutti ne sanno parlare ma solo in pochi riescono a vederlo…
Costa
Amare è breve, dimenticare è lungo…
Lagordaire
L’amore è come un fulmine non si sa dove cade finchè non è caduto…
L’amica di Niki
I ragazzi vanno presi e lasciati… sesso… solo sano sesso!
Alex
Eravamo insieme, tutto il resto l’ho scordato.
La voce narrante
Una notte d’amore è un libro letto in meno…
Niki
È tanto sbagliato vivere un sogno?