Diario di una geisha – L’arte antica sul blog

Come si diventa "intrattenitrice artistica"? Lo speciale vademecum è tutto su Internet, in un blog scritto da una diciottenne di nome Ichimame, una maikò (cioè un'apprendista), che svela tutti i segreti di questa antica e apprezzata "professione".

C'era da aspettarselo: per la sua capacità intrusiva il blog ha violato anche il santuario delle geishe giapponesi. Oggi infatti, è possibile visitare il diario on line di una ragazza che ha scelto di darsi alla nobile arte.

Dopo il cinema (Memorie di una Geisha), ora è dalla rete che si può apprendere i riti di una professione tra le più difficili da esercitare per il suo lunghissimo apprendistato.
Quello della geisha è infatti l'unico "lavoro" che richieda un tirocinio più lungo di quello di un medico, con materie che spaziano a 360 gradi e vanno dalla musica al teatro, dal trucco alla poesia alla cultura generale.
Il resoconto del duro e affascinante cammino di educazione è stato messo in rete proprio da una giovane "maiko", un'apprendista geisha, diciottenne di nome Ichimame, che da un anno – dopo aver chiesto il permesso della "sua casa da tè" – si racconta sul blog: http://ichi.dreamblog.jp/.

PER FARE CHIAREZZA
Tra un post e l'altro, Ichimame parla della scuola di trucco oshiroi, che è assai più complicata della cosmesi di tipo occidentale, della gastronomia, vero pallino della blogger giapponese, dei tessuti, degli abiti, del portamento e di tutti quei dettagli che distinguono una geisha da una oiran, ovvero una prostituta di alto bordo.
Così si scopre che la parola "geisha" è composta da due caratteri giapponesi: sha, che significa intrattenitrice, e gei, cioè artistica.
Intrattenitrice artistica: tutto qui? Pare di sì: per essere una geisha di successo occorre saper suonare strumenti musicali con sentimento (solitamente lo shamisen, una specie di chitarra e il tusumi, un piccolo tamburo); occorre dimostrare bravura nel canto e nella danza e, ancor più importante, occorre essere una buona conversatrice e possedere una pronta arguzia nelle risposte (l'ideale, guarda caso, anche per tenere un blog…).

La confusione tra i due termini (geisha e oiran) sembra essere stata diffusa dai soldati americani e delle altre nazioni vittoriose che occuparono il Giappone dopo la sua sconfitta nel 1945. Le ragazze che si offrivano ai soldati erano felici di chiamarsi geishe (termine nobilitante) e indossavano spesso abiti da geisha, come molte fanno oggi.
Come una geisha, un'oiran è una donna istruita, ma disponibile a passare la notte con un uomo per una tariffa elevata. La differenza sta anche nel modo di portare l'obi (la cintura del kimono) che viene stretta di dietro invece che davanti come per le cortigiane.
Detto questo, sarebbe ingannevole pensare che una geisha si astenga dai rapporti sessuali: nel rapporto con un cliente il sesso potrebbe anche essere una conseguenza naturale.
Di solito, però, gli uomini che chiedono la compagnia di una geisha desiderano solo essere sollevati dalle proprie preoccupazioni per qualche ora, essere lusingati e, magari, divertiti con delicatezza.

SUCCESSO ON LINE
E di questo narra il blog di Ichimame, che ha raccolto un interesse di migliaia di cybernauti, tale da fare invidia ai vari Beppe Grillo: nelle ultime settimane il diario on line di Ichimame sta registrando accessi altissimi, viaggiando su una media di 10.000 utenti unici al giorno, con ovvi ritorni pubblicitari visto che, i negozianti nelle zone limitrofe alla sua sala da te, fanno a gara per assicurarsi gli spazi pubblicitari.
Unica pecca? Il blog è in lingua originale e più comprensibile, quindi, per chi parla giapponese: è così che un'adolescente della prefettura centroccidentale di Ishikawa, si è tanto entusiasmata alla lettura delle pagine di Ichimame che ha deciso di farne la sua professione, con il nome d'arte di Ichiteru.
Fascino di un'antica arte o potenza del blog?

(www.panorama.it)